Attraverso frammenti di video casalinghi ed estratti dai diari privati, l’infanzia innocente dei giovani israeliani che crescono nel culto di una società militarizzata viene messa a contrasto con l’esperienza dell’esercito, alienante e psicologicamente devastante. Le storie di tanti ragazzi, oltre 700, si incrociano nella loro fase iniziale, destinate a rimanere brevi perché appartenenti a giovani soldati che hanno scelto di togliersi la vita dopo aver servito nell’esercito, che nel paese è uno sbocco obbligatorio e fa intensamente parte della costruzione dell’identità di ciascun individuo.
Presentato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia, il film è un durissimo atto d’accusa contro ogni pensiero dominante che educa al culto della guerra e delle armi.
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