Oggi ci siamo ritrovati per la prima volta con il gruppo di Costruire Nuovo Armenia dopo un lunghissimo inverno. Dovevamo vederci solo per pianificare le azioni della stagione che verrà ma non ce l’abbiamo fatta, il giardino ha un richiamo a cui è impossibile resistere e alla fine abbiamo tirato fuori dal magazzino rastrelli e cesoie. Non sappiamo quel che accadrà nei prossimi mesi, sappiamo molto bene che l’emergenza sanitaria è ancora in corso, ma probabilmente programmare, tenersi pronti e affrontare il nostro lavoro con responsabilità è l’unica via possibile.
Oggi abbiamo tolto ancora foglie secche residuo dell’autunno, organizzato un angolo nel magazzino con i materiali per i laboratori con i bambini e le bambine per la realizzazione di un orto con piante tintorie di cui vi parleremo al più presto, iniziato a svuotare una stanza nella quale dobbiamo fare dei lavori prima dell’apertura e poi abbiamo pianificato i prossimi lavori con il gruppo, fatto liste dei materiali da acquistare o recuperare.
Tornando a casa con il sole che proiettava lunghe ombre dietro di noi ho pensato a questo percorso collettivo che è diventato parte integrante del nostro lavoro di riqualificazione, a quanto sia difficile certe volte perché deve tenere dentro le opinioni, le modalità di lavoro e i sogni sullo spazio di noi tutti che ce ne prendiamo cura. È faticoso portare dentro, allargare il cerchio, includere, ma sento forte che questa è la nostra strada, sicuramente più lenta e tortuosa da percorrere, ma è anche una palestra per ascoltare il punto di vista degli altri, per imparare a mettersi in discussione.
Anche questo inverno sta per finire, dobbiamo fidarci del fatto che possiamo sempre ripartire, che da soli possiamo fare poco mentre insieme possiamo far crescere un giardino.
Sono tornata a casa stanca morta ma felice come non mi sentivo da mesi, avevo in bocca il sapore di una violetta mammola, il giardino ne è pieno in questo periodo ed io ne ho mangiata una, sapeva di speranza.